Strategia della tensione

Me lo chiedo tutte le volte e non ottengo mai riscontri o risposte che riesco ad accettare. Eppure siamo in tanti ad aver vissuto, in Italia e in parte in Germania, gli anni di piombo, la strategia della tensione. È semplice da mettere in atto, bastano poche azioni mirate, eclatanti e si perde il senno, si perde di vista l’insieme, la società.

Tutti i media adesso ci dicono che aumentano le misure di sicurezza, vogliono farci stare tranquilli.

Che senso ha, dico io, proteggere il duomo, la basilica, il ponte, quando basta uno armato di un AK47 dentro un centro commerciale? Dentro un autobus di linea nelle ore di punta? Ricordate Atocha? Sono eventi impossibili da controllare.

Dopo l’11 settembre non possiamo portare lo shampoo in aereo, dobbiamo levarci le scarpe e magari restare in mutande per volare ma non per prendere la metropolitana.

Dove vogliamo arrivare? Dove volete arrivare? Dove volete portarci?

Siamo già una massa di pecore chine su un prato che pensiamo fiorito. Almeno tenete gli steccati lontano in modo da farci sentire liberi per i giorni che ci restano.

E levatemi le mani di dosso!

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