In vendita?

Da pochi minuti i proprietari della ACF Fiorentina hanno emesso un comunicato con il quale dichiarano che sono disposti a valutare offerte per la vendita della società.
Non ho la minima idea di quanto possa valere al giorno d’oggi ma se dicono che tra Borja, il carrarese e Kalinic si possono raccogliere circa 60/70 milioni, immagino di non poterla scambiare con la mia golf del 2010.
Scusa? Un imprenditore mette in vendita una società di valore economico non alla portata di molti con un comunicato del genere? Perché non un annuncio su ebay o su subito.it?
Qualcosa non quadra.
Ci sono due punti di vista diversi da analizzare: il primo è quello economico, il secondo è quello passionale, da tifoso.

Iniziamo dal primo.

Questi signori hanno comprato la società rilevandola da un fallimento, all’asta hanno comprato i trofei e il nome poi hanno iniziato a dirci che importante era l’autofinanziamento e gli investimenti, sempre ridotti, si sono fermati del tutto. Senza investimenti nessuna società progredisce, nessuna azienda prospera e migliora. Resta difficile immaginare che nelle loro altre aziende questi signori non investano e facciano in modo che tutto si mantenga con l’autofinanziamento. Come hanno comprato quote di RCS? Di Mediobanca? Quindi, se quello che interessa loro è un ritorno economico c’è qualcosa che non è chiaro nel modo di gestire la ACF Fiorentina.

Continuiamo a osservare sempre la situazione dal punto di vista imprenditoriale, l’imprenditore che vuole solo fare soldi.

In questo credo siano stati bravini: hanno venduto fior di giocatori che, se mantenuti, avrebbero consentito di fare una squadra di alto livello: Cuadrado e Alonso, solo per citare i due più recenti. Ma soprattutto hanno unito il loro nome alla città di Firenze. Non a Rovigo o Borgoratto Mormorolo. Sarebbe interessante far valutare da un pubblicitario il costo di un simile abbinamento.
Infine, lo stadio. Quello che credo sia il vero nocciolo della questione. Due plastici avveniristici non sono bastati. Il piano rallenta e quindi nessun business immobiliare davanti. Nessuna certezza di fare altri tanti soldini. Tutto chiaro fino qui?

Passiamo al secondo punto, quello passionale che completa il quadro per chiarire questa vicenda.

A Firenze si sa, come in pochi altri posti, c’è un legame molto forte tra la squadra e la città e viceversa. Come in tutte le storie di passione è molto difficile cercare di affrontare un discorso con la ragione. Ma cosa è il calcio ancora oggi per molti di noi? Non è la champions dei cristianorolandomessiecompagnia ma passione, amore verso i colori che ti rappresentano in giro per l’italia, per l’europa (quando ci vai 🙂 ), È appartenenza. Rappresentanza. E questo, questi signori, non l’hanno capito. E adesso si arrogano il diritto di scrivere tra virgolette “fiorentini veri”. Ebbene si. Noi siamo fiorentini veri. Innamorati e fieri. Cosa che loro non saranno mai. Indossano la maschera delle vittime per farci credere che, poveretti, loro si sentono tanto offesi.

Siamo passionali ma non stupidi. E la fotografia è molto chiara.

Prima che si scansino i lor signori sono pregati di scusarsi per calciopoli, per aver messo il nostro nome insieme a quello di persone vergognose.

E mettere un annuncio su alibaba potrebbe aiutare: magari lo vede anche qualche cinese.

Due piccole note a margine:
– mi dispiace davvero tanto di non poter leggere cosa avrebbe scritto oggi Oliviero Beha
– spero che Gazzoni Frascara vinca la sua causa contro questi signori

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