Basta!

In uno stato di diritto, in uno stato democratico, quanto capitato oggi non dovrebbe far indignare per il calcio malato. Dovrebbe indignare perché esiste qualcuno che ritiene opportuno tirare fuori la pistola e sparare.
Adesso avremo un altro Placanica, altre perizie, altri commenti che ci diranno che il colpo era stato sparato in aria e che invece ha colpito una meteorite di piridioni che ha fatto rimbalzare il proiettile nel collo di un… uomo. Non un tifoso, un uomo.
Per questo motivo, fermano il calcio. Così tutti i benpensanti potranno tornare a dire che il calcio è malato, che il calcio va fermato. I tornelli fuori dallo stadio non servono più (ma va?), ne vanno messi altri, ancora più lontani. Li metteranno anche per uscire di casa. Vietare, vietare, vietare. Non gestire, non punire in modo fermo ma vietare.
La parola d’ordine è questa: VIETARE!
– vietiamo la pulizia dei vetri ai semafori; non cerchiamo di integrare chi viene qui per cercare di sopravvivere.
– vietiamo il dentifricio in aereo, così nessuno porterà più bombe in cabina; non cerchiamo di risolvere i problemi del medio oriente.
– vietiamo alle persone di spostarsi sul territorio nazionale, così i poliziotti non dovranno più sparare “in aria”
– vietiamo, già che ci siamo, gli assembramenti di più di 2 persone nella pubblica via.
VIETIAMO!
Ormai questo è uno stato che non è capace di controllare e che appena può trova lugubri pretesti per far ricadere la responsabilità su “le frange più estremiste del tifo”, gli “ultras”.
E’ uno stato che non riesce a far applicare il diritto che invece dovrebbe tutelarci.
Mio caro ministro degli interni, non andare al funerale e non portare nemmeno le condoglianze alla famiglia. Dimettiti.
E voi, benpensanti, guardate la società nella quale vivete prima di dire che gli stadi vanno chiusi.

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