Folgaria

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Per qualcuno la vita è un numero di conto bancario. Il resto conta il giusto. Vieni, vai, incassi, cambi idea quando ti fa comodo. Per altri la vita è anche soprattutto un´idea, e allora magari, se ti va bene, il tuo estratto conto sarà uno dei tanti figli di questa idea vissuta con passione e con coerenza, perché almeno così, qualsiasi cosa accada, non rischierai mai di perdere il codice di accesso alla tua dignità.


In questi giorni di passione estreme, di processi fast-food e ombre che si allungano impietose sull´asfalto di una città sbeffeggiata in nome di una giustizia che sembra una sveltina, Cesare Prandelli resta il punto fermo di quell´idea che qualcuno vuole fare a pezzi. Non deve essere facile camminare lungo un burrone senza guardare giù, non deve essere piacevole scoprire che tutto quello che ti eri guadagnato in un anno di lavoro è sparito all´improvviso. Puff. Non c´è più. Il vuoto. Così devi ricominciare, e nemmeno sai da dove. Però ricomincerai, questo è sicuro, senza fuggire, mentre qualche tuo collega allenatore è già volato altrove e qualche tuo giocatore lo farà tra pochi giorni. Ma uno va avanti. Perché così funziona. Ecco allora la Fiorentina, cioè il grande boh dentro un mare di chissà. Ovvero un concetto scappato ben oltre il confine della dissociazione. Diego Della Valle trattato come Moggi. Come paragonare Che Guevara a Pol Pot, i Pink Floyd a Dj Francesco o, se preferite, Roberto Baggio a Maspero. Giusto per dire che solo l´accostamento ti fa senso come un bicchiere di latte andato a male. Basta questo per capire che qualcosa non va. E anche che in casi come questi uno non ha molte strade davanti. Puoi mollare tutto e salutare per sempre (magari ti verrebbe anche da fare un bel gesto dell´ombrello, ma eviti per educazione) questo mondo incredibile dove chi ha taroccato passaporti, regalato Rolex e presentato fidejussioni false va in paradiso facendoti anche la predica, dove chi si ribella alla spartizione ingiusta dei diritti tv viene punito da arbitri che obbediscono ai loro padroni che somigliano a pescecani. Ti ribelli? E io ti schiaccio. Non male, questo mondo da favola. Però non tutti si arrendono. Puoi ribellarti ancora e andare fino in fondo. Così farà Della Valle. Questo è sicuro. E non è solo una questione legale. Ma anche di calcio, per fortuna. Ed è per questo che oggi Prandelli si ritrova in mano la squadra dei suoi sogni, davanti alla quale, se evita di guardare giù nel burrone, può solo sorridere.
E´ vero: c´è l´incognita Toni. Ma ormai è un´incognita si fa per dire. Lui se ne andrà. Perfino Prandelli, su questa storia, ha mollato la presa, quando ha capito che, al di là del verdetto dei giudici, l´attaccante aveva già deciso di andarsene via. Toni, infatti, ha incaricato il suo procuratore di accordarsi con l´Inter. Tutto fatto: cinque milioni di euro a stagione per quattro anni. Sì, però, un attimo. Come può Diego Della Valle cedere il suo gioiello all´ ex amico Moratti, quello che per provare a vincere uno scudetto dando battaglia a Palermo e Chievo, ha visto bene di chiamare e far chiamare l´attaccante della nazionale per invitarlo a fare il bagno nei lingotti d´oro? Infatti Toni, se tutto va come deve andare, se ne andrà altrove, perché quando Fabio Capello è arrivato a Madrid, Franco Baldini, che con lui ha trovato casa in Spagna, ha subito chiamato Corvino con un´offerta da venticinque milioni di euro. Una sana dietrologia potrebbe pure far pensare a una mossa per aprire un´asta e costringere Moratti a schiodarsi da quei diciotto milioni offerti un mese fa. Ma resta il fatto che la trattativa c´è e che Della Valle difficilmente manderà Toni a casa Inter. Quindi, Toni addio. E saranno in pochi a piangere, anche perché in questo caso si tratta di un verdetto abbastanza scontato, tenendo conto anche delle richieste del giocatore, della sua predisposizione a cambiare casa e maglia e anche, va detto, del fatto che per lui, a quasi trent´anni, ora si tratta soprattutto di fare cassa, oltre che di giocare in Europa. Ma su questa vicenda la Fiorentina e Prandelli sono già oltre. L´allenatore, in particolare, non ha dubbi. Lui vuole Klaas Jan Huntelaar, il ventitrenne attaccante dell´Ajax che lui stesso ha paragonato al giovane Van Basten. Le discussioni con Corvino, su questo argomento, non sono mancate. Il direttore sportivo, infatti, ha seguito con una certa insistenza la pista che porta a Iaquinta, già seguito un anno fa prima di puntare tutto (per fortuna) sul centravanti del Palermo. Difficile pensare che il diesse non provi ad accontentare il suo tecnico. Con Huntelaar a disposizione Prandelli farebbe salti di gioia. Fiorentina fatta: quella che lui voleva per entrare in Europa col piede giusto. Sì´, già, ma di cosa stiamo parlando? Di quale Europa?
In questi giorni l´allenatore ha ripetuto sempre lo stesso concetto: lui partirà per Folgaria per preparare i preliminari di Champions. Più che un concetto si tratta di un mantra. Prandelli ha la pelle dura. O, almeno, la vita gli ha insegnato a sentirsela addosso così. Senza dubbio, in questi giorni di vacanze preoccupate tra la Grecia e la Costa Azzurra, l´allenatore della Fiorentina è stato aiutato dallo scatto d´orgoglio dei suoi datori di lavoro e dai segnali positivi (trenta milioni spesi fino a oggi da Corvino) lanciati dal mercato. A tutto questo si è aggiunta una risposta chiara a una domanda che inevitabilmente gira nelle teste di tanti. Questa: ma questi calciatori accetteranno tutti di giocare in serie B, nel caso in cui la sentenza seguisse le richieste di Palazzi? La verità è: sì. Anche perché tutti quelli che hanno firmato il contratto non hanno preteso nessuna clausola. Nemmeno Mutu, che per venire a Firenze ha anche accettato di abbassarsi l´ingaggio. Solo il procuratore di Jimenez, come detto a suo tempo dallo stesso Corvino, aveva provato ad aggiungere una postilla che tutelasse il suo assistito. E allora addio Jimenez. Si può andare avanti comunque. Perché nei momenti di difficoltà serve un gruppo fidato. Perché se le cose vanno male allora devi scattare subito in contropiede per cercare quell´entusiasmo che ti hanno scippato un´altra volta.
Già, da queste parti è un eterno ricominciare e ti prende male solo a ripensare agli ultimi sedici anni di storia: un campo neutro ad Avellino (organizzato a tavolino) per una finale di Uefa, Roberto Baggio venduto al “nemico”, una retrocessione in B figlia della follia, un´esclusione dall´Europa per un petardo lanciato da tifosi di altro colore, gente che passa prende i soldi e scappa, un fallimento cosparso di false lacrime mentre le altre salvano la pelle. Storie di tutti noi, deviazioni impietose lungo un pellegrinaggio di incosciente passione. Non vittimismo, ma cronaca. E non è questione di avvocati e di Mazzini vari. Non è solo la dignità di un imprenditore preso per il collo come neanche un film di Tarantino. Qui, come forse per un attimo è venuta a Della Valle, viene davvero quasi voglia di mandare tutti a quel paese. E invece no. Perché per fortuna il calcio può andare oltre il vestito blu di Carraro, il latino creativo di Lotito, l´arroganza di Giraudo, le discutibili battute di Mencucci, il conflitto di interessi di Galliani e la volgarità di un pianeta di estratti conto. Quello che conta è che sia chiaro a tutti che la vere vittime di questa storia sono i tifosi della Fiorentina. E che loro non hanno avvocati. Non li hanno mai avuti. Semmai hanno solo un´idea a cui appigliarsi, la stessa che Cesare Prandelli porterà con sé sul quel benedetto pullman in viaggio verso Folgaria.
(c) Benedetto Ferrara – La Repubblica

2 commenti

rossorelativo 04/07/2006

purtroppo ho vissuto da vicino un suicidio poco tempo fa e ti assicuro che non c’è nulla di coerente e di logico in un atto come questo: la disperazione che riassume è incomprensibile e spesso non trova gustificazione nella ragione…si può lasciare un mondo e una vita che a noi può apparire dorata e privilegiata…ma…ma nessuno di noi può capire e forse nemmeno giudicare….
bacioni

io mk 03/07/2006

Ma sai di fronte alle tragedie insolvibili (il suicidio ne è l’epilogo più rappresentativo) non è per me prioritario chiedersi e legittimare le cause che hanno determinato l’atto. Insomma di fronte al dramma personale taccio…

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